Biblia sacra
Biblia sacra |
Sec. XIII terzo quarto, membr., ff. III, 596 (pp. 1200)**, II', 1-1512, 1610, 17-4612, 47-4814, 4918, richiami, segnatura a registro, inizio fascicolo lato carne, 248 × 181 = 10 / 5 / 9 / 3 [146] 4 / 71 × 19 [52 (9) 51] 50, rr. 44 / ll. 43, rigatura a colore. 82 iniziali miniate istoriate (pp. 7, 15, 67, 108, 136, 174, 207, 229, 252, 258, 290, 315, 346, 373, 398, 430, 438, 451, 465, 474, 486, 500, 524, 532, 536, 537, 543, 548, 561, 567, 579, 598, 605, 623, 663, 709, 774, 825, 845, 853, 856, 862, 863, 865, 869, 871, 872, 874, 877, 879, 887, 889, 919, 945, 975, 995, 1028, 1057, 1070, 1083, 1091, 1096, 1100, 1119, 1130, 1134, 1138, 1140, 1144, 1145, 1147, 1183), 80 iniziali miniate fitomorfe, zoomorfe o zoofitomorfe caudate con frequenti terminazioni “ad aquiloni” (pp. 256, 372, 429, 464, 473, 468, 498, 523, 555, 579, 623, 662, 709, 762, 767, 774, 824, 845, 852, 853, 855, 856, 861, 862, 863, 865, 869, 871, 874, 876, 877, 878, 879, 886, 889, 941, 944, 975, 994, 995, 1028, 1054, 1056, 1057, 1070, 1082, 1091, 1095, 1100, 1103, 1106, 1109, 1111, 1117, 1118, 1119, 1130, 1134, 1140, 1143, 1145, 1146, 1182), iniziali filigranate e titoli correnti in rosso e blu, titoli e ritocchi delle maiuscole in rosso, saltuari richiami decorati. Legatura antica su assi ricoperte in pelle allumata, presenza di borchie, tracce di fermagli, traccia del cartellino con titolo, dorso rinforzato in epoca moderna. Miniatura: Maestro della Bibbia di Corradino e bottega, sec. XIII terzo quarto. L’apparato iconografico del manoscritto riproduce il ciclo illustrativo completo delle bibbie gotiche, con una lettera miniata decorata all’inizio del prologo e una istoriata all’inizio si ciascun libro biblico, che ne illustra in genere in modo pressoché letterale i versetti di apertura. Le scelta iconografiche mostrano significativi punti di contatto sia con le coeve Bibbie parigine che con quelle bolognesi, ma con soluzioni originali. L’attribuzione al maestro che miniò la Bibbia di Corradino (ms. W 152 della Walters Art Gallery di Baltimora), dovuta alla Daneu Lattanzi, non è più stata messa in discussione, mentre è controversa l’origine di questo miniatore, indicata di volta in volta nel sud, centro o nord della penisola. Si tratta certamente di un’altissima personalità artistica, eclettica e aggiornata sulle maggiori novità della cultura gotica. Alla sua mano si può attribuire la decorazione miniata fino a p. 598, mentre da qui in poi la qualità artistica cala lasciando supporre l’intervento di aiuti di bottega. Motivi stilistici, iconografici e testuali suggeriscono per la Bibbia Bassetti una datazione intorno al sesto-settimo decennio. A p. 1192 nota di mano del sec. XVI relativa alla conclusione del Concilio di Trento, con menzione dei prelati e dei funzionari imperiali presenti. Alle pp. 3 e 1202 nota di possesso: Melchior episcopus Brixinensis. A p. 1199, nota di possesso: Ista Biblia fuit condam legum egregii doctoris de Morano domini Bernabei et nunc Benedicti de Morano. La prima nota sul codice risale al 1365: Benedetto Morano, nipote del giureconsulto modenese Barnaba Morano, ricevette la Bibbia in eredità dopo la sua morte a Verona. Appartenne in seguito a Melchior von Meckau, vescovo di Bressanone dal 1482 al 1509, passò alla famiglia dei Madruzzo, principi vescovi di Trento dal 1539 al 1658. Durante il principato di Cristoforo Madruzzo (1539-1578), la Bibbia venne probabilmente utilizzata dai padri del Concilio tridentino per prestarvi giuramento. Dopo l'estinzione della dinastia dei Madruzzo il manoscritto andò forse in eredità ai lorenesi di Lenoncourt e, in seguito, ai marchesi del Carretto di Balestrino di Genova. Agli inizi del sec. XIX, pervenne alla famiglia Bassetti, legata ai del Carretto, il cui ultimo esponente, Roberto, la donò alla Biblioteca comunale di Trento nel 1897. (Cfr. Manoscritti medievali 2006 , pp. 76-77)